Quanto ne sai sulla bartonella?

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Se hai un gatto, probabilmente hai anche qualche graffio. Quindi è importante che tu sia al corrente dell’esistenza di un batterio chiamato bartonella.

Il nome Bartonella henselae forse non ti suona familiare, ma quasi sicuramente avrai sentito parlare della malattia del graffio del gatto. Si tratta di un’infezione curabile, ma piuttosto fastidiosa, che può avere effetti collaterali anche gravi. Continua a leggere per trovare tutto quello che devi sapere sull’infezione da bartonella.

Bartonella: di cosa si tratta?

È un batterio piuttosto comune diffuso in tutto il mondo; ne esistono diverse specie e si localizza all’interno dei vasi sanguigni di animali domestici, selvatici e dell’uomo. Questo microrganismo può essere trasmesso da diversi parassiti, ma per il gatto il responsabile principale della trasmissione della malattia è la pulce.

Il serbatoio dell’infezione è rappresentato dal gatto infetto che trasmette il batterio alla pulce, durante il suo pasto di sangue. In seguito, la pulce, albergando Bartonella henselae nel suo organismo, è potenzialmente in grado di trasmetterlo a un altro gatto, sempre durante il pasto di sangue. In tal modo avviene la diffusione del batterio nelle popolazioni feline e, ovviamente, il rischio è maggiore nelle colonie di gatti randagi, là dove le infestazioni da pulci non possono essere adeguatamente controllate, e tra gatti giovani. Per quanto riguarda il gatto domestico, a rischio sono i soggetti che non sono sottoposti a trattamenti efficaci e regolari contro le pulci e che possono entrare in contatto con i gatti randagi. Il batterio può essere, inoltre, trasmesso da gatto a gatto anche attraverso i morsi e i graffi (denti e unghie contaminati da feci di pulci infette).


Bartonellosi: come avviene il contagio al’uomo?

La malattia che provoca nell’uomo è una zoonosi conosciuta come bartonellosi o malattia del graffio del gatto.

Il nome della malattia ci indica che Bartonella henselae non è presente solo nel sangue del gatto infetto da questo microrganismo, ma anche sulle sue unghie: le unghie, contaminate dalle feci infette delle pulci durante le fasi di pulizia o quando il gatto si gratta, vengono leccate dal gatto durante il grooming con conseguente contaminazione della saliva e dei denti. Per questo motivo, l’uomo può contrarre la malattia sia con il graffio, sia con il morso da parte di un micio infetto. Un’altra via di contagio, meno comune, avviene nel caso in cui il gatto (con saliva contaminata da feci di pulci infette) lecca una ferita cutanea umana.


Malattia del graffio del gatto: sintomi

La malattia è sintomatica principalmente nei bambini (più esposti durante i giochi con i gattini e con un sistema immunitario meno maturo).

I sintomi insorgono pochi giorni dopo fino a 3 settimane dopo il contagio e includono febbre, crosta in corrispondenza della ferita e aumento di dimensione dei linfonodi regionali. Molte persone segnalano anche la perdita dell’appetito, dolori ed eruzioni cutanee. I casi più gravi di bartonellosi includono visione offuscata, intorpidimento, perdita della memoria e problemi di equilibrio.


Qual è il trattamento più indicato?

Il trattamento adeguato spesso dipende dal ceppo di bartonella che ha infettato il paziente. Rivolgiti al tuo medico di base per sapere cosa fare ed, eventualmente, per ricevere una cura antibiotica specifica.


Si può curare la bartonella?

Sì. Nella maggior parte dei casi il sistema immunitario riesce a eliminare il batterio da solo. Altrimenti, esistono terapie antibiotiche specifiche.


Qual è il modo migliore di prevenire la bartonella?

Per evitare di contrarre la bartonella e sviluppare la malattia del graffio del gatto, è consigliabile somministrare regolarmente al tuo gatto un trattamento antipulci, lavarsi accuratamente le mani prima e dopo aver giocato con lui (qualche graffio è possibile anche con le dovute precauzioni) ed evitare di farsi leccare la cute lesa.


Articolo a cura della Redazione di Animalidacompagnia.it, Dott.ssa Monica Viacava

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