Come addestrare un cane

Il cane è un animale da sempre abituato a stare con l'uomo: nessun'altra specie vive a così stretto contatto con noi. La ragione è anche evoluzionistica: discendente del lupo, il cane è abituato alla vita in branco e necessita di ordine e di un capobranco che gli indichi come comportarsi. Per questo quando vive con noi ha bisogno che siamo per lui un punto di riferimento. L'addestramento di un cane non è quindi una forma di violenza o coercizione, ma è utile a consentirci una buona convivenza, anche in casa, e serve a lui per sentirsi protetto

Addestrare un cucciolo: da cosa partire

Sicuramente l'addestramento del cane parte già da quando il nostro amico entra in casa da cucciolo: è proprio quando è piccolo che richiede la massima protezione e compagnia. Inizialmente non coinvolgiamolo in situazioni "sociali" troppo intense: è bene che passi la maggior parte del tempo solo con noi. Aspettiamo quindi a presentargli altre persone, come amici e parenti in visita in casa: questo lo potrebbe confondere e irritare, sovraccaricandolo da un punto di vista emotivo. Proprio durante le prime settimane di vita ha un forte bisogno di protezione: occorre quindi non isolarlo, perché ciò lo potrebbe traumatizzare. Rassicuriamolo invece tramite un buon contatto fisico. Solo quando avrà superato questa prima fase potrà, poco per volta, essere più autonomo.


Costruiamo un legame empatico

Addestrare un cane richiede empatia e permette di sviluppare un buon rapporto con l’animale. Ricordiamo che i cani imparano nel corso di tutta la vita: possono apprendere comandi, regole e comportamenti anche da anziani. Senza una base sicura di partenza, però, questo sarà molto difficile.


Iniziamo con i gesti

Il primo step per addestrare un cane è quello di iniziare a dargli alcune semplici regole di convivenza: dovremo insegnarli, ad esempio, a stare seduto quando glielo chiediamo oppure a trattenere i suoi bisogni finché non lo portiamo fuori. Un errore che si compie in questi casi è quello di impartire comandi verbali, magari urlando, quasi questo possa rendere il nostro messaggio più comprensibile: nella maggioranza dei casi, almeno all'inizio, non servirà a molto. Senza un'associazione emotiva tra il suono delle nostre parole e l'azione l’animale non ci capirà. Il primo passo è invece quello di usare il linguaggio non verbale. Prima delle parole, usiamo i gesti associandovi solo successivamente comandi a voce come "Siediti!", "A cuccia!", "Lascia!" o "Andiamo!".


Comandi verbali semplici

Dobbiamo partire da compiti semplici. L'apprendimento deve essere lento e protratto nel tempo: non possiamo pretendere che il nostro cane impari troppe cose insieme. In questo senso è bene che le parole e i comandi che usiamo siano semplici e univoci, così da essere facilmente comprensibili. Solo se procederemo per gradi, senza confonderlo, il nostro amico imparerà a stare ai comandi: del resto la sua indole di animale di branco lo predispone a ciò.


L’utilità dei “premietti”

Naturalmente nel processo di apprendimento è necessario l'uso di rinforzi e conferme, utili a far capire al cane che ha eseguito i comandi correttamente. Quando ha fatto ciò che ci aspettiamo da lui, premiamolo! Lo possiamo fare dandogli qualcosa di gustoso: in commercio troviamo specifici "premietti" - snack nutrizionalmente bilanciati, già pronti e pratici nell'utilizzo anche quando siamo fuori casa - che possono essere usati a questo scopo. Ci sono snack specifici sia per i cani adulti sia per i cuccioli.


Motiviamo il cane con le coccole

In presenza di un comando eseguito correttamente possiamo premiare il nostro cane anche con coccole e complimenti, oppure dandogli qualcosa con cui giocare come un peluche o un bastoncino da riporto. In alcune situazioni controllate, potremmo anche premiarlo lasciandolo libero qualche metro senza guinzaglio. A volte i premi possono essere utili anche quando vogliamo che il cane faccia qualcosa: se ad esempio vogliamo che molli la presa da un oggetto che stringe tra i denti potremmo offrirgli uno scambio: teniamo lo snack davanti a lui e diciamogli: "Lascia!". Quando aprirà la bocca lo ricompenseremo con il meritato premietto.


Come addestrare un cane con problemi comportamentali

Può capitare che alcuni cani siano particolarmente refrattari all'apprendimento e all'addestramento: alcuni, infatti, vuoi per traumi subiti durante le prime settimane di vita o per altre cause, manifestano veri e propri disturbi comportamentali. Un cane che non smette di abbaiare o che ha atteggiamenti distruttivi o aggressivi va posto all'attenzione del medico veterinario di base, per escludere patologie organiche, e poi del veterinario comportamentalista, per gestire le problematiche comportamentali nel modo più appropriato.

Articolo a cura della Redazione di Animalidacompagnia.it, Dott.ssa Monica Viacava