Il gatto percepisce la realtà in modo diverso dal nostro. Conoscere come capta, elabora e reagisce a suoni, colori, odori, sapori e tutto ciò che lo circonda può aiutarti a comprenderlo meglio.
I sensi del gatto sono molto acuti, raffinati ed estremamente sensibili, in grado di aiutarlo a raggiungere il massimo dell’efficienza all’interno del suo ambiente, in particolare in relazione al suo istinto di predatore. Questa capacità di percepire le cose in modi che noi umani non possiamo né cogliere né immaginare è di fatto il risultato di un adattamento della specie finalizzato alla sopravvivenza: per questo motivo, ad esempio, l’udito, l’olfatto e la vista del gatto sono eccezionalmente sviluppati, ma il gusto decisamente più limitato.
Ecco una breve panoramica dei sensi del gatto e del modo in cui li utilizza per interagire al meglio con la realtà che lo circonda.
L'olfatto del gatto
L’olfatto del gatto è meno potente di quello del cane ma è comunque il senso fondamentale con cui impara a conoscere ciò che lo circonda: ben 200 milioni di ghiandole sensoriali sparse su tutto il corpo (rispetto ai 5 milioni dell’uomo) gli permettono di individuare le prede, di riconoscere il cibo e la sua commestibilità prima di consumarlo, di segnare il territorio per non perdersi o di lasciare le sue impronte odorose sulle gambe del padrone per marcarlo come proprio.
L’olfatto del gatto, inoltre, torna utile ai felini per riconoscere i loro simili: ogni gatto, infatti, ha un odore specifico che lascia sugli oggetti strusciando la testa o le zampe e con cui comunica informazioni importanti circa il suo sesso, la sua età e la sua disponibilità all’accoppiamento, informazioni che gli altri felini raccolgono e interpretano attraverso l’olfatto.
La vista del gatto
Anche la vista del gatto è un senso altamente sviluppato: infatti, non solo il gatto dispone di un angolo visivo di ben 200 gradi (l’uomo ne ha 180) ma, grazie all’elevato numero di bastoncelli presenti sulla retina, è in grado di riconoscere anche il più piccolo movimento attorno a sé. Inoltre, può localizzare una preda anche in condizioni di luce scarsa, poiché il suo occhio è dotato di uno strato riflettente chiamato tapetum lucidum che gli permette di sfruttare anche le sorgenti e i riflessi di luce più deboli. È lo stesso motivo per cui la sua pupilla cambia di dimensione e di forma con il variare dell’intensità della luce: al sole è lunga e “a fessura”, al buio è grande e rotonda.
Ma gli occhi del gatto hanno anche alcune limitazioni. Innanzitutto, la visione felina ha un punto cieco, situato a una decina di centimetri dal muso, che talvolta impedisce all’animale di vedere un oggetto posizionato sotto il suo mento. Inoltre, il gatto non riesce a distinguere alcuni dei colori che vediamo noi umani: è in grado di riconoscere il verde, il blu e il giallo ma non il rosso, che interpreta come grigio o verde scuro. A quanto pare non coglie neanche la differenza tra giallo e bianco.
L'udito del gatto
Nel gatto l’udito è un senso molto raffinato, uno strumento indispensabile per la caccia grazie al quale percepisce sia i suoni debolissimi che gli ultrasuoni. Il gatto è infatti sensibile a frequenze sonore fino a 100.000 Hz (mentre l’uomo arriva a 17.000 Hz) e ciò rende particolarmente fastidiosi i rumori metallici, le grida e i fischi, le voci stridule e in generale i suoni acuti.
Inoltre, grazie alle sue orecchie mobili, che ruota in modo indipendente l’una dall’altra, il gatto è in grado di inquadrare con estrema precisione la sorgente di un suono (e quindi una potenziale preda o minaccia). Grazie a questa capacità aggiuntiva, davvero nessun suono può sfuggirgli.
Il tatto del gatto
Anche il tatto è tra i sensi del gatto più sviluppati, utilizzato sia per riconoscere persone, animali e oggetti nell’ambiente che per orientarsi al buio. Gli organi della percezione tattile felina si trovano nei morbidi cuscinetti che il gatto ha sotto le zampe, sulla pelle (i cui milioni di recettori comunicano al sistema nervoso qualunque minima pressione o carezza) e naturalmente nelle vibrisse, cioè i peli tattili presenti sul mento, sul labbro superiore, al di sopra gli occhi e dietro le zampe anteriori. Con le vibrisse il gatto è in grado di cogliere anche gli spostamenti d’aria e decodificare la presenza di ciò che si muove attorno a sé, proprio come fa un radar o un sonar.
Il gusto del gatto
Come si è detto, il gusto è uno tra i sensi del gatto meno sviluppati e fa affidamento su 473 papille gustative soltanto (a differenza dell’uomo, che ne ha circa 9.000). A causa di questa limitazione è in grado di percepire solo i sapori acidi, amari e salati e non quelli dolci. La natura di carnivoro predatore, infatti, ha reso i calici gustativi del gatto specializzati nell’identificare gli aminoacidi presenti nella carne. Se dunque il gatto annusa o tocca il cibo prima di mangiarlo, è sostanzialmente per raccogliere in anticipo il maggior numero possibile di informazioni.
L’equilibro del gatto
Il sofisticato sistema vestibolare posto all’interno dell’orecchio è il responsabile dell’incredibile senso dell’equilibrio del gatto. In questo organo, una serie di camere e canali riempiti di liquido e cristalli galleggianti è allineata a milioni di peli sensibili: se l’animale fa un movimento improvviso, i peli captano lo spostamento del liquido e dei cristalli e lo trasmettono immediatamente al cervello, che elabora una lettura tridimensionale della posizione del gatto nello spazio.
Questo è il meccanismo che permette al gatto di arrampicarsi su superfici ripidissime, di saltare facilmente in altezza e lunghezza, di passeggiare senza paura sui cornicioni. Infatti, nella malaugurata ipotesi che perda l’equilibrio e cada, l’organo vestibolare si attiva aiutando il gatto a stabilire istantaneamente dove si trovano l’alto e il basso, così da azionare il cosiddetto “riflesso di raddrizzamento” che gli permette di capovolgersi a mezz’aria e atterrare sulle sue quattro zampe.
Il sesto senso
C’è infine un ultimo senso del gatto, il sesto senso, che è tipico proprio dei felini: la capacità di ritrovare la strada di casa. Si tratta di un’applicazione molto sofisticata della memoria associativa, grazie alla quale il gatto cerca un suono o un odore conosciuto, oppure l’immagine di una strada in cui è già passato, e riesce a trovare la via del ritorno anche percorrendo diversi chilometri attraverso luoghi sconosciuti. Ecco svelato perché a volte un gatto torna a casa persino dopo lunghi periodi.
Ma non è tutto: il gatto ha anche una straordinaria capacità di cogliere il passare del tempo, che gli permette ad esempio di sedersi davanti alla porta di casa all’ora del rientro del padrone o di anticipare di qualche minuto il suono della sveglia.
Articolo a cura della Redazione di Animalidacompagnia.it, Dott.ssa Monica Viacava