Cos’è e come si previene la malattia di Lyme nel cane

La malattia di Lyme, chiamata anche borreliosi, è una patologia causata dal batterio Borrelia burgdorferi che viene trasmessa dalle zecche agli animali e all’uomo. Questo batterio, una spirocheta, ha come serbatoio d’infezione roditori e piccoli mammiferi selvatici, oltre che cervi e caprioli. Le zecche che li infestano trasmettono poi il batterio tramite il morso all’ospite successivo (ad esempio il cane). Solitamente la zecca deve essere attaccata all’ospite per almeno 24 ore affinché trasmetta il batterio efficacemente. Una volta giunto nell'organismo dell'animale colpito, l'agente patogeno è veicolato ai linfonodi regionali fino a raggiungere tutto l'organismo.

Il cane è l'animale più colpito dalla malattia di Lyme

Tra gli animali da compagnia, il più colpito dalla malattia di Lyme è sicuramente il cane, essendo più a rischio di contatto con le zecche: anche il gatto può essere infettato, ma difficilmente l'infezione si manifesta. Sicuramente può invece infettare l'uomo, ma mai in modo diretto: non è il cane a trasmettere il batterio direttamente all’uomo, ma è la zecca infetta con il suo morso.


Malattia di Lyme: i sintomi

I sintomi della malattia di Lyme nel cane si possono manifestare anche dopo un mese dal contagio. Peraltro, le tempistiche sono molto variabili da animale ad animale, così come l'intensità dei sintomi, e spesso la patologia rimane asintomatica. Trattandosi di una patologia sistemica, può interessare diversi organi e apparati: cute, articolazioni, sistema nervoso e organi interni, in particolare il cuore e, più raramente, reni e fegato. Il sintomo più frequente ed evidente della malattia di Lyme è l'artrite. Tutto parte in genere da dolori articolari e muscolari e da un gonfiore alle zampe, che può portare a zoppia improvvisa. Si possono inoltre manifestare febbre, inappetenza, disidratazione, letargia e un ingrossamento dei linfonodi. Solo nei casi più gravi e non trattati l'infezione può condurre a nefrite e insufficienza renale, a disturbi neurologici (paralisi e crisi convulsive) e cardiaci.


La diagnosi non è semplice

La diagnosi di malattia di Lyme nel cane non è sempre facile, dal momento che si può presentare in modo subdolo. Dopo aver valutato i sintomi e la possibile esposizione del cane a zecche, il medico veterinario può cercarne riscontro nell'esecuzione di test sierologici specifici da eseguire dopo almeno quattro settimane dal morso di zecca sospetto.


Gli antibiotici per la malattia di Lyme

Una volta accertata l'infezione, la patologia si cura con antibiotici specifici per uno e più cicli ripetuti della durata di 4 settimane ciascuno e che consentono spesso, ma non sempre, una completa regressione dei sintomi, ma solo nei casi in cui essa non sia in uno stadio avanzato. L'importante è una diagnosi precoce, per evitare che la patologia arrivi a colpire organi vitali causando conseguenze croniche o fatali. Occorre quindi agire tempestivamente: le zecche, infatti, devono nutrirsi del sangue del cane per circa 24 ore per poter trasmettere il batterio. Pertanto, occorre rimuoverle il prima possibile, ricordando che le zone del corpo preferite da questi parassiti sono le aree sotto le zampe, la testa, sotto la coda e le ascelle.


La prevenzione con gli antiparassitari

Fare prevenzione significa soprattutto evitare che l'animale venga a contatto con le zecche. Usiamo quindi prodotti specifici che proteggano l'animale: il cane dovrebbe essere trattato con prodotti in grado di repellere e uccidere le zecche e altri infestanti, ripetendo l'applicazione nel corso del periodo indicato dal veterinario. Sono oggi disponibili formulazioni spot-on, cioè in gocce da applicare sulla cute, e collari: in entrambi i casi i principi attivi utili contro le zecche e altri infestanti sono sia di tipo repellente che antiparassitario ad azione insetticida e acaricida. Proteggendo dalle punture delle zecche e dei pappataci, questi principi attivi riducono il rischio di diverse patologie oltre la malattia di Lyme: ad esempio la leishmaniosi, la ehrlichiosi e la babesiosi. Il vantaggio dei collari è invece la durata d'azione: una volta indossati, offrono una protezione da pulci e zecche per diversi mesi.

Articolo a cura della Redazione di Animalidacompagnia.it, Dott.ssa Monica Viacava