Vaccini per gatti: tutto quello che devi sapere

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Un gatto vaccinato è un gatto dotato di un potente schermo protettivo contro alcune gravi (e spesso letali) malattie infettive. Scopri quando, come e perché è consigliabile sottoporre il tuo gatto a un protocollo di vaccinazione.

Grazie al colostro materno, che gli fornisce non solo i nutrienti essenziali per sopravvivere e svilupparsi, ma anche gli anticorpi necessari, il cucciolo di gatto  ha una prima difesa contro virus e batteri nelle prime settimane di vita.

A partire dalla settima settimana questo scudo comincia però a indebolirsi: da un lato gli anticorpi di derivazione materna cominciano a essere sempre meno assorbiti dall’organismo del cucciolo, dall’altro lato il sistema immunitario del gattino non è ancora abbastanza sviluppato per contrastare in modo efficace infezioni e malattie.

È a questo punto che devi sottoporre l’animale al suo primo ciclo di vaccinazioni. Un gatto non vaccinato è a rischio di contrarre pericolose malattie e infezioni. I vaccini per gatti rappresentano dunque un intervento cruciale per la sopravvivenza dell’animale, anche se domestico, e per il quale devi rivolgerti al veterinario: il professionista ti indicherà l'iter più adatto e ti consegnerà anche il libretto delle vaccinazioni. Quest’ultimo è un documento che deve accompagnare il tuo gatto in tutti i suoi spostamenti, dalle visite veterinarie ai viaggi. La sua importanza, anche agli effetti di legge, è dovuta al fatto che riporta una serie di fondamentali informazioni sanitarie: i trattamenti eseguiti (antiparassitari, antibiotici e così via), gli eventuali interventi chirurgici sostenuti (sterilizzazioni e altro) e, soprattutto, le vaccinazioni a cui è stato sottoposto, con le date per i richiami dei vaccini del gatto.


Quando vaccinare il gattino per la prima volta

Come si è detto, il momento ideale per iniziare le vaccinazioni è l’inizio dello svezzamento del gattino, che cade indicativamente tra l’ottava e la decima settimana di vita.

Il veterinario visiterà accuratamente il gattino e, in base alle sue abitudini, al suo habitat e alla diffusione locale delle patologie virali, ti consiglierà le eventuali vaccinazioni facoltative a integrazione di quelle obbligatorie.


Vaccinazioni “obbligatorie”

Le vaccinazioni “obbligatorie” (chiamate così perché fortemente consigliate, ma in realtà non obbligatorie a livello legale) sono tre e sono conosciute con il nome di “trivalente”, poiché proteggono da tre malattie facilmente trasmissibili e molto pericolose per il gatto: la rinotracheite (herpesvirus del gatto), la calicivirosi (calicivirus del gatto) e la panleucopenia (o gastroenterite virale) da parvovirus. Vediamole insieme nel dettaglio.


Rinotracheite felina

È causata dal Feline Herpesvirus tipo 1 (FHV-1) ed è molto diffusa: circa l’80% dei gatti infettati, a prescindere dalla comparsa di una sintomatologia clinica più o meno grave, rimane portatore del virus e in caso di stress o della somministrazione di corticosteroidi, può verificarsi una riattivazione con successiva eliminazione del virus, questo perché il virus rimane latente nel tessuto nervoso.

Il virus mostra uno spiccato tropismo per l’epitelio delle alte vie respiratorie, in particolare per l’epitelio nasale, ma anche per quello congiuntivale e nervoso.

Il quadro sintomatologico della rinotracheite infettiva è vario, potendo manifestarsi con sintomi generali (anoressia, febbre, depressione del sensorio), nonché con segni più specifici riconducibili all’interessamento dell’apparato respiratorio (rinite, laringite, tracheite), al coinvolgimento dell’occhio che può determinare congiuntivite, cheratite e ulcere corneali. L’infezione durante la gravidanza può determinare aborto o una grave infezione generalizzata nei neonati. Nei cuccioli particolarmente fragili l’infezione può essere anche fatale.


Calicivirosi

Anche questa malattia, provocata da un contagiosissimo microrganismo chiamato calicivirus, si trasmette per ingestione o inalazione, essendo presente nella saliva, goccioline di aerosol e secrezioni infette. L’infezione da calicivirus del gatto si manifesta attraverso ulcere, escoriazioni e vescicole del cavo orale, tanto dolorose da spingere il gatto a smettere di mangiare, con un conseguente indebolimento. Gli altri sintomi comprendono diarrea, letargia, salivazione eccessiva, congiuntivite, scolo nasale, starnuti e febbre. Per i cuccioli e i gatti anziani o deboli può essere letale.


Panleucopenia

Il parvovirus è un virus molto resistente all’ambiente e i rischi infettivi sono rivolti non solo verso i gatti non vaccinati presenti nei rifugi, ma anche i gatti di casa, qualora non vaccinati, in quanto la malattia viene veicolata da elementi inerti come le nostre scarpe.

Inoltre, la persistenza di anticorpi materni nei gattini vaccinati ancora al secondo, terzo, quarto (e in alcuni casi anche oltre) mese di età neutralizza l'effetto immunitario della vaccinazione, rendendo gli animali vulnerabili se non opportunamente rivaccinati.

L’infezione è trasmessa per contatto diretto (oro-nasale o transplacentare) o indiretto (con materiali contaminati). La sintomatologia clinica della panleucopenia felina è piuttosto generica (apatia, anoressia, vomito, ipertermia), ma può portare a morte per l’aggravamento del quadro generale. Si osserva diarrea emorragica solo tardivamente.


Vaccinazioni facoltative

In aggiunta alla trivalente, il veterinario può consigliarti anche una serie di vaccinazioni facoltative utili a proteggere il tuo gatto da altre malattie, quali:

la leucemia felina (FeLV);

la rabbia, il cui vaccino è obbligatorio se si progetta un viaggio in un Paese fuori dall’Italia, Comunità europea compresa;

• clamidiosi felina (Chlamydophila felis).


Importanza dei richiami

I richiami per i vaccini del gatto sono decisivi per la loro efficacia ed è importantissimo rispettare le scadenze tra un’inoculazione e l’altra. È importante infatti sapere che un gatto appena vaccinato non è protetto: la copertura massima ha inizio solo dopo 15 giorni dall’inoculazione ed è consigliabile evitare che l’animale venga a contatto con esemplari potenzialmente infetti, sia in casa che fuori. Inoltre, se salti anche un solo richiamo, sarà necessario ricominciare l'intero protocollo. Le rivaccinazioni sono fondamentali nel ciclo vaccinale del cucciolo, perché permettono di ottenere un’immunizzazione nonostante l’iniziale presenza degli anticorpi materni.


Quanto costano i vaccini per gatti?

I vaccini somministrati dal veterinario hanno un costo variabile, associato alla spesa per la visita clinica, eseguita in modo da valutare con scrupolo lo stato di salute dell’animale.


Quante volte si vaccina un gatto?

Il numero di vaccinazioni dipende dall’età in cui è iniziato l’iter vaccinale nel cucciolo. In linea generale sono consigliate più vaccinazioni: per il cucciolo a partire dalle 8 settimane di vita con successivo richiamo dopo circa 4 settimane; infine, in base allo stile di vita (e quindi al rischio) e al vaccino, ogni 12-36 mesi per tutta la vita.


Cosa succede se non si vaccina un gatto?

La vaccinazione protegge il gattino contro malattie che possono essere letali o avere ripercussioni irreversibili sulla sua salute proprio quando le difese immunitarie materne diminuiscono. È l’unico scudo efficace contro gravi patologie che in tenera età sono molto più difficili da curare con successo.

Il gatto esposto a una malattia infettiva, non solo rischia la vita, ma contribuisce a disseminare l’agente patogeno nell’ambiente e ad altri felini domestici, con gravi ripercussioni sulla salute di numerosi soggetti.


Quando si vaccinano i gatti?

Come detto la prima vaccinazione è consigliata a partire dalle 8-9 settimane di vita, a cui segue un richiamo a circa un mese di intervallo. Poi si effettueranno vaccinazioni annuali a circa 12 mesi di distanza.

In caso di gatto con età superiore alle 16 settimane, per la trivalente, basta una somministrazione a cui seguono poi i richiami.


Quali vaccinazioni fare ad un gatto che vive in appartamento?

In base allo stile di vita del gatto è opportuno decidere insieme al proprio veterinario quali sono i rischi maggiori di contrarre le malattie infettive feline e stabilire un protocollo vaccinale.

Se il gatto è uno spirito libero in un contesto ambientale a rischio e l’animale ha contatto con altri mici è preferibile vaccinare anche contro la leucemia felina (previo test negativo), con richiami in base al vaccino scelto.

Se il proprietario prevede di fare viaggi all’estero con il suo micio, bisogna valutare anche il vaccino contro la rabbia, con richiami a seconda del tipo di vaccino e al Paese estero visitato.


Reazioni avverse ai vaccini nel gatto

Anche nei gatti in caso di vaccinazione si possono manifestare sintomi di malessere quali sonnolenza, diminuzione dell’appetito e febbre che si risolvono nel giro di 1 o 2 giorni.

In casi eccezionali possono verificarsi:

• reazione allergica anafilattica che si manifesta a pochi minuti dall’inoculazione quando l’animale è ancora in ambulatorio; in questo caso il veterinario può intervenire per bloccare tale reazione;

• sistemiche aspecifiche in genere dovute all’adjuvante (sostanze che potenziano l’immunogenicità di un antigene) presente nel vaccino;

• reazioni di ipersensibilità ritardata;

• fenomeni autoimmuni;

• immunodepressione;

• reazioni locali nel punto di inoculo come ascessi, alopecia, sarcomi.


Articolo a cura della Redazione di Animalidacompagnia.it, Dott.ssa Monica Viacava

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