Cane aggressivo: cause e rimedi

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L’aggressività nel cane è un tratto caratteriale naturale, ma è necessario controllarla fin da quando è cucciolo. Ecco come riconoscere le circostanze che rendono il cane aggressivo e come agire in modo efficace.

L’aggressività può essere definita come la capacità da parte di un soggetto di reagire a stimoli che lui individua come minaccia per la propria incolumità, del branco, del padrone o degli oggetti a lui affidati. Dal punto di vista etologico, dovrebbe servire per regolare i rapporti tra conspecifici e per conservare la specie. Se il cucciolo non ha contatti con altri cani, non può apprendere i codici della sua specie. Questo si traduce in aggressività non controllata quando si sente frustrato o costretto. Infatti, tali comportamenti del cane si manifestano già da piccolo nella forma del gioco, grazie al quale il cucciolo capisce come controllare l'intensità dei morsi, apprende il significato delle gerarchie, impara le preziose posture con cui comunicare la propria sottomissione e cessare uno scontro e così via.

Se si adotta un cucciolo molto piccolo è dunque fondamentale insegnargli a non mordere, per evitare che continui a farlo da grande: anche in un contesto ludico il morso di un cane adulto può avere conseguenze poco piacevoli.


Le tre fasi dell’aggressività nel cane

Il cane è un animale che risponde a determinate situazioni attraverso l’aggressività, che può evolversi in tre fasi ben distinte e dal profondo significato ritualistico:

  1. Fase di minaccia o intimidazione, che prevede diverse posture (coda dritta sollevata, denti scoperti) e vocalizzi (ringhio potente);
  2. Fase di attacco con morso;
  3. Fase di arresto, acquietamento, nella quale il conflitto si interrompe.


Aggressività protettiva-territoriale

È diretta verso animali o persone che si avvicinano al territorio o al padrone, verso il quale il cane ha un istinto di protezione e difesa. Se dopo l’intimidazione l’intruso non arretra e anzi supera il limite del territorio o dello spazio di prossimità del padrone, il cane reagisce attaccando.


Aggressività predatrice

È diretta verso persone (soprattutto bambini), animali e oggetti in movimento (auto, motociclette, biciclette), che il cane percepisce come prede e a cui non è stato correttamente educato e socializzato. Può derivare da un precedente addestramento alla caccia o da esperienze pregresse; in questo caso è difficile rieducare un cane aggressivo e correggere questo istinto, se non con un veterinario comportamentalista e molto impegno.


Aggressività possessiva

È diretta verso persone o cani e finalizzata alla difesa di un oggetto (una palla, un osso, un gioco, un bastone). È facile da risolvere se interviene un esperto educatore cinofilo.


Aggressività tra cani dello stesso sesso non conviventi

È diretta verso un soggetto dello stesso sesso con il fine di imporsi come dominante e interessa indifferentemente maschi e femmine. Se il cane è aggressivo con i conspecifici dello stesso sesso, si tratta di un comportamento del tutto normale in natura, ma che può dare vita a qualche problema di socialità nella vita domestica.

È consigliabile valutare insieme al proprio veterinario e a seconda della situazione, se sia opportuno procedere alla castrazione nel maschio o alla sterilizzazione nella femmina.


Aggressione per irritazione

È causata da episodi di sofferenza e dolore o da situazioni che provocano irritazione o costrizione al cane.


Aggressione materna

È un comportamento aggressivo del cane assolutamente normale nelle femmine durante la gravidanza, in prossimità del parto o in seguito a esso. Non richiede interventi o trattamenti, poiché rientra nelle manifestazioni dell’istinto protettivo materno e diminuisce fino a sparire quando i cuccioli iniziano lo svezzamento.


Aggressione per paura

Quando un cane ritiene di essere in una situazione di pericolo usa l’aggressività per cercare di risolvere la tensione. È facile da riconoscere poiché, a differenza di tutte le altre tipologie, è caratterizzata da una postura inequivocabile: coda tra le gambe, testa abbassata, pelo dritto, orecchie all’indietro, sguardo obliquo e pupille dilatate. Il cane impaurito indietreggia e ringhia finché non si vede costretto a mordere per uscire dalla situazione. Se la reazione aggressiva si rivela efficace a tenere lontano o allontanare lo stimolo che ha indotto paura, l’animale imparerà a selezionare nuovamente quel comportamento in situazioni simili e a manifestare sempre più precocemente reazioni aggressive durante questi incontri, diventando pericoloso.


Aggressività reindirizzata

Quando qualcosa irrita il cane e l’animale non ha la possibilità di sfogarsi, può capitare che risponda a uno stimolo concomitante, anche se è di tutt’altro tipo e non minaccioso, usandolo come bersaglio per i suoi denti.

Ad esempio, può verificarsi quando un cane al guinzaglio diventa aggressivo verso un altro cane e, non potendolo attaccare, morde il proprio padrone, verso il quale “reindirizza” la propria aggressività.

In tutti questi casi, l’aggressività del cane deriva da una combinazione di elementi che vedono coinvolti istinto naturale e pulsione aggressiva, sesso del soggetto, esperienze pregresse e ambiente in cui è cresciuto. Il comportamento aggressivo del cane va comunque tenuto sempre sotto controllo per capire se sia necessario l’intervento di un veterinario, così da escludere cause patologiche e comportamentali in collaborazione con un trainer specializzato, per correggere le manifestazioni violente attraverso l’addestramento e l’educazione.


Articolo a cura della Redazione di Animalidacompagnia.it, Dott.ssa Monica Viacava

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