Il dobermann, un duro dal cuore tenero

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Spesso erroneamente considerato aggressivo e pericoloso, il dobermann è in realtà un cane dolce, sensibile e affettuoso che si lega moltissimo al padrone e alla sua famiglia, in particolare ai bambini. Scopriamolo meglio e sfatiamo i falsi miti che lo riguardano. 

La storia del Dobermann è piuttosto recente e inizia attorno al 1870 ad Apolda, in Germania. Qui Friedrich Louis Dobermann, un esattore delle tasse che lavora anche come accalappiacani e gestisce un mattatoio, decide di dar vita a una nuova razza canina. Il suo obiettivo è creare un cane da difesa di grande coraggio e attaccamento al padrone, capace di intervenire in modo “particolarmente risoluto nei confronti dell’uomo” in caso di pericolo.

Non si conoscono con esattezza le razze che Dobermann incrocia per creare il “suo” cane, ma è molto probabile che la base di partenza sia costituita da animali eccezionalmente mordaci, come i cosiddetti “cani da macellaio” e i cani pastore di Beauce. La razza ottenuta è riconosciuta ufficialmente quattro anni dopo la morte di Dobermann, nel 1898, e in seguito verrà perfezionata da altri allevatori per mezzo di ulteriori incroci con Pinscher, Weimaraner, Rottweiler e, con molta probabilità, Terrier.

Per la sua tempra, tenacia e fedeltà, nel tempo il Dobermann è stato impiegato negli eserciti come portaordini o animale da soccorso per feriti e dispersi e per l’individuazione di stupefacenti ed esplosivi nelle operazioni di polizia. Nel Corpo dei Marine statunitensi è soprannominato “devil dog”, per via dell’aspetto che assume in seguito alla mutilazione delle orecchie e della coda, una pratica oggi rigorosamente vietata in molti paesi del mondo (in Italia le alterazioni chirurgiche a scopo non curativo sono vietate dalla legge 201 del 4 novembre 2010).


Breve identikit del Dobermann

Austero, elegante, muscoloso e con un mantello brillante: il Dobermann è uno dei cani più riconoscibili al mondo. Tuttavia, per apprezzarlo al meglio può essere utile consultare la seguente scheda, che riassume tutte le sue principali caratteristiche morfologiche:

• taglia grande;

• peso 40-45 kg per il maschio, 32-35 kg per la femmina;

• altezza 68-72 cm per il maschio, 63-68 cm per la femmina;

• testa a forma di cuneo allungato, stop poco pronunciato ma percettibile; muso molto sviluppato, allungato ma ben proporzionato rispetto al cranio;

• occhi scuri, di forma ovale e leggermente incavati;

orecchie (al naturale) lunghe e pendenti, con attaccatura alta e bordi ben attaccati alle guance;

• naso con tartufo pronunciato ed evidente;

• linea slanciata ed asciutta con portamento fiero ed eretto; costituzione “al quadrato” (l’altezza al garrese corrisponde alla lunghezza del tronco);

• corpo  robusto e muscoloso; dorso corto e solido;

• coda (al naturale) sottile e di media lunghezza;

• arti perfettamente diritti e in appiombo;

• pelo corto, folto, raso, lucido;

• colore nero o marrone, con focature di tinta ruggine ben evidenti;

• carattere intelligente, dolce, fedele, vigile.


I pregiudizi da sfatare sul Dobermann

In molti si chiedono se il Dobermann sia aggressivo. Diciamolo subito e molto chiaramente: il Dobermann ha un carattere amabile, socievole, pacifico e affettuoso. Stringe un rapporto di totale fedeltà e devozione con il proprio padrone, per il quale non esiterebbe a sacrificarsi. Inoltre, è incredibilmente paziente e tollerante con i bambini, verso i quali è molto protettivo e da cui, nel gioco, si fa fare praticamente di tutto.

Ciononostante, poiché si tratta di un cane da difesa di grossa taglia e dall’aspetto così maestoso, nel tempo il Dobermann è stato vittima di pregiudizi e maldicenze: si pensi ad esempio all’assurda e immotivata leggenda metropolitana per cui può diventare pazzo all’improvviso per via della crescita eccessiva del cervello rispetto alla scatola cranica.

Oggi, per merito di una generazione di allevatori seri e competenti, questo cane è stato “riabilitato” e i resoconti di esemplari aggressivi e violenti sono diventati rarissimi, dovuti probabilmente al fatto che il Dobermann è quello che in gergo si definisce un “cane fotocopia”: ama cioè replicare il comportamento e l’indole del proprio padrone.


Consigli per la salute del Dobermann

Un Dobermann vive in media tra gli 8 e gli 11 anni. Dato che soffre il freddo e soprattutto l’umidità, è da considerarsi a tutti gli effetti un cane domestico, come testimonia anche il suo debole per la compagnia dell’uomo.

Una delle patologie ereditarie più diffuse è la cardiomiopatia dilatativa, una grave dilatazione delle camere cardiache che provoca la perdita di tono ed elasticità delle pareti muscolari del miocardio. Si tratta di una malattia attualmente priva di cura e per la quale si ipotizza che il Dobermann abbia una predisposizione genetica. Può provocare aritmie e soprattutto la morte improvvisa, che interessa un terzo degli esemplari colpiti dalla patologia.


Articolo a cura della Redazione di Animalidacompagnia.it, Dott.ssa Monica Viacava

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