La puntura della mosca delle stalle: pericoli per il cane

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La mosca delle stalle, Stomoxys calcitrans, conosciuta anche come mosca canina, si nutre del sangue di molti mammiferi cane e uomo compresi. Si tratta quindi di un insetto ematofago che appartiene alla famiglia dei Ditteri, come la mosca domestica, il tafano o la zanzara.

Viene detta “mosca delle stalle” perché questo parassita vive nei campi, nelle aziende agricole e in genere nelle aree rurali, ove è disponibile un numero elevato di prede (bovini e, naturalmente, cavalli) e dove letame, concimi e vegetazione incolta forniscono le condizioni ideali per deporre le uova. È presente anche nelle zone marittime, specialmente in presenza di alghe in decomposizione portate a riva da risacche e mareggiate.

La mosca delle stalle predilige gli ambienti caldi e assolati ma è in grado di sopravvivere fino all’arrivo dei primi freddi invernali, per questo è diffusa praticamente in ogni parte del mondo.

Come distinguere la mosca delle stalle

A prima vista è facile confondere questo insetto con la mosca comune, Musca domestica ma le loro differenze sono parecchie, anche dal punto di vista morfologico. Ad esempio, la mosca delle stalle:

  • è più grande e arriva a misurare anche 8-10 millimetri di lunghezza;
  • ha occhi verdi o neri, che nelle femmine sono molto distanziati;
  • presenta strisce longitudinali lungo il torace e macchie scure sulla parte superiore dell'addome;
  • è provvista di un apparato buccale di tipo pungente-succhiante con cui si nutre di sangue.

La puntura della mosca delle stalle: come avviene

La Stomoxys calcitrans è molto vorace: a differenza di altri insetti ematofagi, anche il maschio si nutre di sangue e la femmina ha bisogno di almeno tre pasti per deporre le uova. Inoltre, è decisamente aggressiva: resta attaccata alla pelle della vittima per diversi minuti, specialmente se si è ancorata con la bocca e le zampe a un punto particolarmente carnoso. In questi casi, per liberarsene, al cane non basta una scrollata.

La puntura della mosca delle stalle: rischi, conseguenze e malattie del cane

L’attacco di questa mosca è molto doloroso per il cane. Ma a differenza delle punture di api, vespe o calabroni, il dolore non è provocato dalle tossine presenti nella saliva del parassita bensì dal morso stesso.

Di solito Stomoxys calcitrans colpisce il cane nelle zone del corpo in cui la cute è più sottile ed è più facile raggiungere i vasi sanguigni: sull’estremità delle orecchie e sul muso, sul collo e piatto delle cosce. In queste aree si possono manifestare irritazioni cutanee, ulcere, lesioni crostose con residui di sangue secco e conseguenti infezioni batteriche secondarie. Nel caso dei padiglioni auricolari, le lesioni possono peggiorare al punto da comportare la necrosi (morte delle cellule) e causare deformazioni permanenti.

Purtroppo, le conseguenze del morso della mosca delle stalle possono essere molto più gravi. Ad esempio, il cane (o il suo proprietario, in caso di puntura dell’uomo) può sensibilizzarsi alle sostanze contenute nella saliva dell’insetto e subire uno shock anafilattico. Inoltre, poiché questo parassita funge da vettore per diversi agenti patogeni, può contrarre una serie di malattie. Infine, in caso di infestazione massiva, Stomomyx calcitrans può arrivare a prelevare quantità significative di sangue, inducendo anemia.

Per tutti questi motivi è fondamentale che il cane sia adeguatamente protetto dalle punture e curato tempestivamente qualora venga colpito.

La puntura della mosca delle stalle: come curarla

Se il tuo cane viene morso da Stomoxys calcitrans, la prima cosa che devi fare è lavare la ferita con acqua pulita e sapone neutro o antibatterico. Quindi, fai visitare il cane dal medico veterinario affinché verifichi la presenza di altri morsi e gli prescriva, se necessario, un trattamento antibiotico per via orale o endovenosa per scongiurare eventuali infezioni.

La puntura della mosca delle stalle: come prevenirla

Per ridurre o decimare le mosche cavalline è innanzi tutto necessario trattare adeguatamente i microambienti dove queste sono solite deporre le uova: nei pressi di allevamenti di cavalli e bovini, all’interno dei quali è necessario gestire in modo opportuno cumuli di letame, vegetazione incolta o ammassi di alghe marcescenti.

Spesso però questo tipo di azione non è sufficiente ed è necessario intervenire direttamente con un antiparassitario per cani, applicando all’animale domestico un prodotto topico ad azione repellente che agisce sui parassiti prima che possano pungere.

Articolo a cura del Dr. Giovanni De Benedetto



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